Presentato il 21 giugno a Torino il rapporto annuale "L'economia del Piemonte" di Banca d'Italia.
Nel 2022 l'economia piemontese è ancora cresciuta del 3,7 per cento, un incremento pari a poco più della metà di quello del 2021, ma che ha comunque consentito il pieno recupero dei livelli di prodotto antecedenti la pandemia. All'indebolimento hanno contribuito in misura rilevante la crisi energetica e il rialzo dei prezzi che ne è derivato.
Le imprese
Nella media del 2022 l'attività è stata più intensa nelle costruzioni e nei servizi. L'edilizia è stata sostenuta sia dagli investimenti in opere pubbliche sia soprattutto dagli incentivi fiscali per la riqualificazione energetica.
Nel terziario la domanda è ulteriormente aumentata, grazie al consolidamento della ripresa dei consumi e del turismo. Dopo l'estate il peggioramento della congiuntura e del clima di fiducia degli operatori è stato diffuso a tutti i principali settori e a tutte le dimensioni aziendali, ma è risultato più accentuato per le piccole imprese, per le criticità connesse con i più elevati costi di produzione e con l'aumento degli oneri finanziari.
Nell'industria un impulso alla spesa per l'acquisto di beni capitali è derivato dalla necessità di investire in nuove tecnologie e in impianti a maggiore sostenibilità energetica.
Per la manifattura l'impatto di una riduzione dell'import di alcuni beni da paesi ad alto rischio geopolitico sarebbe rilevante, in particolare per le imprese del comparto dell'abbigliamento.
La liquidità delle aziende, storicamente elevata, ha smesso di crescere; in particolare, i depositi presso le banche si sono ridotti. I prestiti bancari alle società non finanziarie sono diminuiti. Il calo, al netto di operazioni straordinarie, è riconducibile alla minore domanda di finanziamenti, soprattutto per investimenti, e al peggioramento delle condizioni praticate dagli intermediari. L'andamento del credito è stato più favorevole per le imprese meno rischiose. Le aziende sono riuscite a preservare la capacità di rimborso dei debiti: solo una quota minoritaria ha avuto difficoltà a onorare gli impegni di pagamento.
Il mercato del credito
Nel corso del 2022 il credito bancario al settore privato non finanziario è diminuito, per il calo dei prestiti al sistema produttivo. Alla minore domanda da parte degli imprenditori si sono associate politiche di offerta più prudenti degli intermediari.
La finanza pubblica decentrata
Nel 2022 la progettazione di lavori pubblici è aumentata in misura significativa, grazie soprattutto al Piano nazionale di ripresa e resilienza (PNRR) e al Piano nazionale per gli investimenti complementari al PNRR (PNC): a maggio 2023 risultavano assegnati a soggetti attuatori pubblici 7,8 miliardi per interventi da realizzare in Piemonte, il 6,9 per cento del totale nazionale. Nell'ultimo biennio le Amministrazioni locali piemontesi hanno avviato gare o stipulato contratti relativi al PNRR per circa il 30 per cento degli importi che dovranno bandire. Nel periodo 2023-26 i Comuni della regione dovrebbero incrementare i loro esborsi annui per investimenti di una percentuale compresa tra il 70 e il 90 per cento e ciò implica la necessità di un miglioramento significativo della loro capacità realizzativa. Gli investimenti collegati al PNRR contribuirebbero in misura rilevante al valore aggiunto e all'occupazione nelle costruzioni.